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La paura nei bambini: cos’è e quali legate all’età

Potenzialmente qualunque stimolo percepito come una minaccia può suscitare paura. Tuttavia, nei bambini alcune paure sembrano essere più frequenti e condivise.

La paura – insieme a rabbia, tristezza, disgusto, sorpresa e gioia – è un’emozione universale in quanto scientificamente dimostrata essere primaria e presente in tutti gli esseri umani, a prescindere dalle differenze culturali. E’ altresì uno stato di tensione psicologico e fisico che porta ad un’attivazione delle risorse individuali per preparare l’individuo ad affrontare nel miglior modo possibile una certa situazione che viene valutata “pericolosa” per sé.
La paura è dunque fondamentale alla sopravvivenza predisponendoci a una risposta di:

  • Attacco. Se ci riteniamo in grado di fronteggiare il pericolo, il nostro corpo rilascia ormoni come l’adrenalina che ci preparano per combattere.
  • Fuga. Se, al contrario, non ci riteniamo in grado di affrontare il pericolo, il nostro corpo si prepara a metterci in salvo il più in fretta possibile spingendoci quindi o a scappare o a nasconderci.
  • Congelamento (o freezing). Quando pare non ci siano possibilità di salvezza, il corpo si può immobilizzare, in attesa di processare le informazioni provenienti dal contesto per attuare un’azione.

Le componenti della paura: fisiologica ed emotiva

La reazione alla paura ha due diverse componenti.

Paura: la componente fisiologica

La paura è legata all’amigdala, una piccola struttura a forma di mandorla del sistema limbico che funge da interruttore per l’innesco della risposta allo stimolo. Il sistema nervoso simpatico, che gestisce le reazioni involontarie del nostro corpo, viene così attivato da un improvviso rilascio di ormoni, in particolare l’adrenalina. Tale attivazione porta a una serie di modificazioni temporanee a livello corporeo:

  • confusione mentale (difficoltà di linguaggio, ragionamento logico e memoria);
  • aumento del battito cardiaco (il sangue viene convogliato verso i muscoli e il cervello per preparare all’azione);
  • stimolo di andare in bagno (per “alleggerirsi”);
  • tremore (muscoli tesi e pronti all’azione);
  • dilatazione delle pupille (aumento della visione centrale a discapito di quella periferica);
  • aumento della frequenza respiratoria (per incamerare più ossigeno da fornire a tutto il corpo);
  • pallore e freddo alle estremità (il sangue diminuisce verso lo stomaco, le mani e la pelle);
  • blocco della funzione digestiva.

Nei bambini queste sensazioni possono essere talmente forti da diventare fonte di paura. Conoscerle e riconoscerle diventa quindi fondamentale per evitare di amplificarle o interpretarle in modo scorretto!

Paura: la componente emotiva

Alcune paure possono essere innate, configurandosi come un tentativo di produrre risposte adattive di allarme e salvaguardia di fronte a stimoli specifici che indicano la presenza di un pericolo (es. neonati quando reagiscono con paura a rumori troppo forti).

Alcune paure possono, nel corso della vita, essere apprese attraverso le esperienze dirette (es. paura verso i cani quando c’è stata un’aggressione in passato), l’osservazione degli altri (es. terrore del genitore di fronte agli insetti) oppure miti o racconti legati alla propria cultura (es. specchi come portale di accesso al mondo degli spiriti). Con il tempo i pensieri relativi alle esperienze passate possono diventare abituali, rinforzarsi e diventare sistemi di convinzioni stabili più difficili da modificare. In altre parole, possono costituirsi delle solide credenze.

Esistono poi delle paure legate all’età dei bambini che possono comparire quando si trovano ad affrontare nuove esperienze (es. inizio della scuola) o quando non riescono a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è (es. mostri, buio). Ogni volta che i bambini si confrontano con nuovi traguardi, fisici o mentali, possono sentirsi più insicuri e necessitare di maggiori rassicurazioni.

In generale, è difficile che i bambini siano in grado di specificare con chiarezza che cosa temono, è più probabile che si esprimano con frasi tipo: “Non voglio uscire, non voglio fare questo…”. Tendono di fatto a stare lontani da ciò che percepiscono come pericoloso, oppure a passare all’attacco diventando aggressivi. Anche alcuni eventi stressanti (es. nascita di un fratellino, trasloco o morte di un famigliare) potrebbero far affiorare nuove paure o vecchi timori già apparentemente superati. Per questo è fondamentale ascoltare con attenzione empatica il bambino, facendoci spiegare esattamente che cosa lo preoccupa e indagando la vera causa del disagio per poter intervenire in modo mirato.

Le paure legate alla crescita

Di seguito si riportano le paure maggiormente presenti in alcune fasce d’età. Si tiene a precisare che la causa in origine può essere diversa da quella presentata: ad esempio, la paura di andare a scuola può essere legata al timore di essere esclusi (legata al contesto sociale) oppure appresa dopo un’esperienza traumatica (es. scivolata dalle scale) etc…


I bambini più piccoli possono manifestare spavento circa lo star male e il provare dolore fisico. In particolare, a 3 anni possono avere paura del dottore o delle punture, mentre a 5 anni di malattie, virus… Rispetto a questi ultimi, crescendo possono arrivare ad estendere tale timore ai propri famigliari. In tal caso, è possibile che la paura sia legata perlopiù alla separazione.


Il tema della morte è molto complesso e spesso è influenzato dal contesto socio-culturale in cui si cresce. Questa paura solitamente compare verso i 6 anni quando il bambino comprende l’irreversibilità della morte e può pertanto iniziare ad esserne spaventato.

Intorno ai 3 anni la fantasia dei bambini è talmente fervida che può capitare che possano faticare nel distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è, tanto da considerare anche il water come un mostro che può risucchiarli. In particolare, questa paura può presentarsi verso i 2 anni quando si inizia a considerare lo spannolinamento. Verso i 3 anni, i timori più comuni riguardano gli incubi, alcuni giocattoli (es. quelli che parlano o le bambole che muovono gli occhi), i cattivi dei libri o dei cartoni/film. Sempre a quest’età, sovente i bambini hanno paura delle persone mascherate (es. pagliacci, Babbo Natale, Befana) o delle persone che mostrano evidenti difetti fisici. Ciò può essere legato all’immaturità del sistema nervoso che non consente loro di interpretare correttamente alcuni input sensoriali.

I bambini possono infine spaventarsi in tutte le situazioni in cui sentono di non avere il controllo o a prevedere ciò che succederà. A 2 anni ciò può manifestarsi rispetto al buio, ai cambiamenti o agli elementi naturali (es. fuoco, acqua, vento). A 4 anni possono aver paura del litigio dei propri genitori, a 6 anni delle emozioni forti.

I bambini comunemente provano una serie di paure che sono funzionali alla loro crescita e sviluppo (es. estranei, buio, separazione…). Di per sé non è necessario preoccuparsi di fronte a questi timori infantili.

Tuttavia, quando la paura non passa col passare del tempo e interferisce in maniera significativa con altre attività e azioni quotidiane del bambino allora è consigliabile rivolgersi a uno specialista!

Bibliografia

  • Franco, B. (2020). Tante paure, senza paura. 13 storie per diventare bambini coraggiosi. Milano: Gribaudo.
  • Oliverio Ferraris, A., (2013). Psicologia della paura. Torino: Bollati Boringhieri.