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Parto traumatico: quali effetti?

L'effetto onda è un esito diffuso o una serie di conseguenze causate da una singola azione o evento. Rispetto ai parti traumatici, identificare le "onde più piccole" che possono costituire la fase iniziale da cui si propagano quelle più grandi diventa importante per evitare l'accumularsi di conseguenze ancor più negative.

Alcuni studi internazionali attestano una prevalenza di parti traumatici tra il 23% ed il 45% dei casi. Tuttavia, è bene distinguere tra:

  • valutazione del parto come traumatico, quando viene esperito come altamente negativo pur in assenza di elementi psicopatologici;
  • risposte da stress traumatico, quando sono presenti sintomi intrusivi e/o di evitamento che, seppur gravi, non soddisfano i criteri per una diagnosi di Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD) perinatale;
  • PTSD perinatale, disturbo clinico caratterizzato da sintomi ansioso-depressivi, ricordi emotivamente molto intensi ed immagini disturbanti a seguito di un evento traumatico.

È stato osservato che l’esperienza del parto, in quanto emotivamente attraversata da una forte carica di stress, dalla paura del dolore fisico e dalle preoccupazioni per il nascituro, può favorire una condizione potenzialmente traumatica. Ecco perchè le aspettative sulla gravidanza e il parto, il modo in cui quest’ultimo viene affrontato, la reazione individuale al dolore fisico, la percezione soggettiva di perdita di controllo sulla situazione, l’intrinseca minaccia della propria incolumità corporea e la mancanza di informazioni in merito, non devono essere sottovalutate dai professionisti sanitari impegnati nell’accompagnamento della donna durante questa delicata fase di vita. In particolare, le esperienze psicologiche traumatiche legate al parto sono:

  • Disturbi mentali pregressi
  • Emergenze ginecologiche / gravidanze problematiche
  • Complicazioni durante il parto / neonatali
  • Travagli prolungati
  • Gravi condizioni di salute del bambino alla nascita
  • Perdite perinatali
  • Cattiva qualità delle interazioni con il personale sanitario durante la nascita del neonato.

Gli effetti onda del parto traumatico

Identificare gli effetti di un parto traumatico è utile per evitare l’accumularsi di conseguenze negative ancora più gravi per le madri. Di seguito, gli ambiti potenzialmente coinvolti.

Salute mentale materna: sintomi post-traumatici da stress & PTSD dopo il parto

Le donne con sintomi da stress che non vengono adeguatamente trattate rischiano di rivivere l’esperienza traumatica attraverso pensieri ed emozioni spiacevoli per un lungo periodo di tempo, divenendo così più vulnerabili rispetto ad una sintomatologia depressiva. In particolare, secondo uno studio condotto da Beck, le madri che soffrono di PTSD perintale tendono a descrivere quest’ultimo come:

  • Un film che viene proiettato continuamente
  • Un buio che avvolge
  • Un oceano pericoloso
  • Un ladro che colpisce nella notte
  • Un abisso senza fondo
  • Traumi soffocanti che si sovrappongono l’uno sull’altro
  • Un robot meccanico
  • Una bomba a orologeria
  • Un muro invisibile

Queste metafore possono essere utili per identificare le donne che necessitano di maggiore assistenza psicologica.

Allattamento al seno

È stato osservato che durante l’allattamento alcune donne venivano colte da incontrollabili flashback relativi al parto in cui si erano sentite come “violate”. Questo stato di estrema vigilanza rispetto alla protezione del proprio corpo rischiava di inficiare l’allattamento al seno poichè vissuto come un’altra forma di violenza. Per altre mamme, invece, l’allattamento al seno contribuiva a ridurre i sintomi post-traumatici da stress, restituendo loro un’esperienza rilassante che le aiutava a rigenerarsi mentalmente.

Parti successivi

È stato osservato che durante la nuova gravidanza le donne tendevano a manifestare sintomi di panico al pensiero che il travaglio e il parto potessero essere nuovamente traumatici. Mentre per alcune di loro queste paure si sono avverate intensificando ulteriormente i sintomi del PTSD, per altre invece il parto successivo è risultato benefico sia per il senso di fiducia in sè sia per l’appagamento dell’esperienza di maternità che avevano tanto desiderato.

Interazioni madre bambino

È stato rilevato che il PTSD può causare effetti negativi sull’interazione madre-bambino, per cui la mamma può avvertire uno sgradevole senso di distanza dal proprio figlio. A tal riguardo, alcune donne hanno ammesso di sentire la mancanza di un legame emotivo col proprio bambino soprattutto in occasione dell’anniversario del parto che coincide con il compleanno del figlio; mentre per tutti gli altri (parenti ed amici) quello era un giorno di festa, per loro non era lo stesso perché provavano un disagio molto intenso. Una volta trascorsa la festività le mamme si sentivano particolarmente fragili, come se le ferite invisibili del trauma si fossero aperte e fossero rimaste esposte. Non solo, alcune ricerche hanno evidenziato che i sintomi materni legati al PTSD dopo il parto hanno una lieve relazione predittiva con problemi di sviluppo socio-emotivo del figlio a 2 anni.

Il partner

Anche i padri possono essere coinvolti dall’effetto onda del parto traumatico. Il tema dell’impotenza è quello che emerge più frequentemente nella descrizione delle loro esperienze oltre al sentirsi come messi da parte. Secondo alcuni autori, si possono identificare 4 temi principali:

  1. Evoluzione della crisi
  2. Perdita del ruolo (inezia e impotenza)
  3. Bisogno di informazioni
  4. Relazione ferita

Personale ostetrico

Anche il personale sanitario che lavora in ostetricia e assiste ai parti può provare un forte disagio quando si trova ad aiutare una persona sofferente o traumatizzata. Rispetto ai parti traumatici, alcune ricerche hanno evidenziato che le ostetriche:

  • Ne sono maggiormente toccate quando si trovano agli esordi della loro professione, se il parto avviene in situazioni di abuso, se le pazienti parlano un’altra lingua o se sono adolescenti;
  • Mostrano maggiori difficoltà a mantenere un atteggiamento professionale – e ciò esprime l’incredibile stress a cui le ostetriche sono sottoposte nel lavoro dopo un parto traumatico;
  • Spesso si sentono impotenti e inermi – soffrono e si chiedono se hanno fatto di tutto per proteggere le loro pazienti;
  • Alcune di loro sono state colpite dai sintomi dello stress traumatico secondario, ovvero comportamenti ed emozioni che sorgono spontaneamente dall’esposizione ad un evento traumatizzante vissuto da una persona alla quale si è legati (in questo caso le loro pazienti!);

Alcune di loro hanno lasciato il reparto di ostetricia o la cura diretta delle pazienti per dedicarsi a impieghi amministrativi, altre hanno scelto di intraprendere percorsi di specializzazione, altre si sono fatte trasferire in contesti con mansioni legate alla gravidanza e al post-partum dove il coinvolgimento era meno intenso (es. reparto ginecologia-ostetricia).

Bibliografia

  • Caretti, V, & Craparo, G. (a cura di) (2008). Trauma e psicopatologia. Un approccio evolutivo-relazionale. Roma: Casa Editrice Astrolabio – Ubaldini Editore.
  • Quatraro, R. M., & Grussu, P. (a cura di) (2018). Psicologia clinica perinatale. Dalla teoria alla pratica. Trento: Edizioni Centro Studi Erickson.