Spesso, di fronte a un bambino che affronta un lutto in famiglia, gli adulti di riferimento cercano di nascondere il proprio dolore ed evitano di raccontare o di parlare di ciò che è accaduto con la convinzione di tutelarlo dalla sofferenza. Quello che però viene trascurato è il bisogno del bambino di piangere quella perdita, di sperimentare il processo doloroso, ma anche terapeutico, della sofferenza poiché è l’unica via che lo porta a venire a patti con la realtà. Il permanere delle fantasie può infatti portarlo ad offuscare la realtà, a bloccare l’elaborazione del lutto che può rimanere irrisolto e, nell’età adulta, continuare ad essere un compagno di viaggio scomodo e angoscioso.
Per un bambino segreti e frottole sono terribili! I bambini possono affrontare i nostri stessi traumi; se non si racconta loro la verità possono essere indotti a conclusioni che non corrispondono alla realtà (es. “È successo qualcosa di terribile ed è tutta colpa mia”). Non solo; se non si è sinceri non riescono a trovare una motivazione nei segnali di sofferenza nelle persone vicine.
Affrontare la morte: cosa può aiutare i bambini
In genere, per molti bambini il lutto di un nonno è il primo incontro con la morte. In tal caso, si suggeriscono le seguenti indicazioni:
- Parlate con vostro figlio prima che lo facciano altri. Le persone più adeguate ad affrontare questo tema sono quelle a lui più vicine, ovvero coloro che stanno vivendo la stessa situazione che vive lui.
- “È successa una cosa molto triste… il nonno è morto”. Deve passare il messaggio che vostro figlio può esprimere come si sente. Questa è un’occasione anche per condividere insieme il tipo di dolore che si prova.
- Evitate gli eufemismi (es. “andare via”, “fare un viaggio”). È meglio raccontare le cose per come sono accadute onde evitare, come già precedentemente anticipato, che possa attribuirsi la colpa e/o arrivare a conclusioni non corrispondenti alla realtà. Nel caso in cui il nonno fosse stato in ospedale o avesse vissuto in un’altra struttura di cura, è possibile spiegare al proprio bambino che non è stato possibile guarirlo (es. dire che i dottori hanno fatto tutto il possibile ma che ci sono delle condizioni per cui nemmeno loro possono intervenire). È consigliabile avvalersi anche di metafore per passare l’idea che non sia più possibile guarire/aggiustare (es. “Come una macchina, quando è vecchia il meccanico non riesce più ad aggiustarla”). Questo discorso può essere fatto anche nel caso di morte per incidente. In linea generale, di fronte alla morte i bambini non hanno bisogno di troppe informazioni, solo le cose essenziali.
- Manifestate le emozioni. Spesso ci si fa l’idea che non si possono provare alcune emozioni, in realtà sono tutte giuste e presenti; può capitare di provare emozioni opposte nello stesso momento (es. se si racconta un episodio buffo sul nonno deceduto può venire da ridere e piangere un attimo dopo). È bene sapere che i bambini possono provare la preoccupazione costante che qualche altra sciagura si abbatta su di loro; la paura di stare da soli e di avere degli incubi notturni possono renderli molto vulnerabili ed esposti alle crisi di panico. Qualora vostro figlio si lasciasse prendere dal panico e dall’ansia ha bisogno di sentirsi dire che passerà, che col tempo starà bene e che sarà in grado di pensare alla persona defunta senza provare dolore. In altre parole, ha bisogno che gli venga offerta una speranza.
- Spiegate cosa succederà in seguito. Dopo un lutto è bene che ci sia la garanzia di un proseguimento della vita, per cui cercate di supportare vostro figlio a riprendere il prima possibile una vita significativa. Questo è molto importante perché qualsiasi cosa può ricordargli la persona defunta e nel cercare di prendere le distanze dal proprio dolore può arrivare ad allontanarsi dagli amici e dalla sua stessa famiglia. Non solo, il lutto può far nascere paure legate al tema della perdita, dunque è bene rassicurarlo che c’è una rete di sostegno che penserà a lui e che non deve essere lui a preoccuparsene.
- Preparatevi a rispondere alle sue domande. Molto probabilmente il vostro bambino vi porrà le seguenti domande: “Quando ritornerà?”, “Quanti anni hai? (alias E se muori anche tu?”), “Perché è dovuto morire?”, “Perché non è potuto guarire?”, “È colpa mia?”. In generale, ognuno di noi ha bisogno di una valvola di sfogo, di qualcuno che faccia da catalizzatore per aiutarci ad esternalizzare i nostri sentimenti. Senza questo catalizzatore attorno alla persona sofferente si alza un muro. Ecco perché è importante non negare la realtà della perdita, nè tantomeno minimizzare o sottovalutare il peso delle memorie.
Più in generale, per aiutare i bambini ad affrontare al meglio il lutto è consigliabile:
- Incoraggiarli a parlare e ad esprimere le loro emozioni. Siate un modello per vostro figlio: farsi vedere piangere e soffrire li autorizza a fare altrettanto.
- Far esprimere le loro emozioni attraverso giochi e disegni. Questi sono dei modi attraverso cui i bambini elaborano il trauma e il dolore emotivo, lasciate che diano sfogo a quello che sentono nel gioco. Potete eventualmente utilizzare anche i cartoni animati (es. “Il Re Leone” che affronta il tema della morte).
- Parlare delle tappe di vita della persona defunta.
- Sviluppare rituali per ricordare la persona defunta. In particolare, per chi è credente è possibile avvalersi di alcuni simboli della propria religione (es. preghiere, parlare del paradiso, degli angeli..).
- Essere presenti e fornire sostegno morale. Affetto, abbracci, rassicurazioni non sono mai troppe in questa circostanza. È anche importante che i bambini non siano allontanati dalla famiglia.
- Dire che non è colpa loro.
- Fornire loro solo le informazioni necessarie e vere. È fondamentale raccontare verità e aspetti assolutamente congrui con ciò che è accaduto.
- Non dare responsabilità nuove (es. sei l’ometto di famiglia) e riprendere la propria vita.
Se pensi che tuo figlio abbia difficoltà ad elaborare un lutto, rivolgiti subito ad un professionista!