Blog

Depressione negli anziani: prevalenza e manifestazioni cliniche

Entro il 2050 la popolazione mondiale over 60 raddoppierà e l'Italia si attesta al primo posto come Paese più "vecchio" d'Europa, assieme alla Spagna. Di fatto, il 21,4% degli abitanti è over 65 e il 6,4% è over 80. Cosa sappiamo della loro salute mentale?

Oltre alle patologie cardiologiche e cerebrovascolari, nella popolazione anziana si riscontrano frequentemente disturbi neuropsichiatrici, in particolar modo la depressione.

Negli anziani è possibile riscontrare un aumento della prevalenza della depressione rispetto ai soggetti adulti per via della loro maggiore vulnerabilità sul piano biologico e psico-sociale. Rispetto quest’ultimo aspetto, gli anziani sono di fatto esposti ad una maggiore frequenza di eventi di vita critici (es. lutto, variazioni del nucleo famigliare, pensionamento…).

Ci sono diversi fattori di rischio che concorrono nell’esordio e nel mantenimento dello stato depressivo. Tra quelli psico-biologici vi sono precedenti disturbi dell’umore e disturbi mentali, disabilità fisica e malattie mediche croniche, mentre tra quelli psico-sociali vi sono il disagio sociale, le difficoltà economiche e l’isolamento.

Gli studi scientifici sottolineano come la depressione comprometta il funzionamento del sistema immunitario e la resistenza del corpo al progredire delle malattie fisiche. Inoltre la depressione in terza età incrementa significativamente il tasso di mortalità, soprattutto se i sintomi depressivi si accompagnano a condizioni precarie di salute fisica oppure isolamento sociale.

La depressione negli anziani in Italia: alcuni dati

Nel 2019, l’11,3% degli anziani ha sofferto di depressione con una prevalenza doppia tra le donne (14,9%) rispetto agli uomini (6,7%). Tale divario è stato rilevato anche negli over 85: le 85enni hanno superato il 20% contro il 10% degli uomini della stessa età.

La depressione associata all’ansietà cronica grave ha colpito quasi la metà degli anziani. In particolare, gli anziani con disturbi ansioso-depressivi sono stati circa 4 milioni (15%), sempre con un forte svantaggio per le donne.  I sintomi depressivi sono presenti in misura maggiore nelle classi sociali economicamente svantaggiate e nel Centro-Sud Italia (Campania, Puglia, Sicilia e Umbria).

La depressione nell’anziano: come si manifesta

Negli anziani l’umore depresso, la perdita di piacere, sentimenti di colpa – che sono i sintomi nucleari degli episodi depressivi nell’età adulta – sono spesso interpretati come normale conseguenza dell’invecchiamento. Questa lettura rischia di portare a sottostimare la prevalenza di questa malattia che può manifestarsi anche nelle seguenti forme peculiari.

La “depressione senza tristezza”

Tra i sintomi depressivi ci possono essere anche manifestazioni somatiche quali insonnia, perdita dell’appetito e calo ponderale, disturbi gastrointestinali, astenia, rallentamento motorio. Quando questi prevalgono su quelli affettivi (umore depresso, perdita di piacere e sentimenti di colpa) si può parlare di “depressione senza tristezza”. In altre parole, la sintomatologia somatica può talvolta nascondere il quadro clinico della depressione e, nei casi più estremi, innescare veri e propri deliri ipocondriaci.

La “pseudo-demenza depressiva”

Talvolta possono prevalere i sintomi cognitivi come deficit dell’attenzione, della concentrazione, disturbi di memoria, disorientamento, confusione e ritiro sociale che simulano una demenza. In tal caso si parla di “pseudo-demenza depressiva” proprio perchè la persona mostra deficit cognitivi sovrapponibili a quelli di un paziente con demenza. Tale sovrapposizione rende difficile una diagnosi differenziale tra un esordio depressivo tardivo con deficit cognitivi e un principio di demenza.

Depressione e demenza: quali relazioni?

In letteratura non è ancora stato chiarito se la demenza in fase sub-clinica si associ o meno alla depressione. Ciò che è certo è che la depressione può associarsi a deficit cognitivi e che, in corso di demenza, sono presenti i sintomi depressivi.

Alcuni studiosi ipotizzano che i soggetti affetti da depressione invecchiando possono presentare un rischio più elevato di sviluppare una demenza. Questo perchè si considera che la depressione possa essere un fattore di rischio per la demenza e il declino cognitivo. Ciò spiegherebbe come mai nei pazienti depressi si osserva un’accelerazione del fisiologico declino cognitivo correlato all’età. A tal riguardo, alcuni studi hanno evidenziato che la depressione maggiore in pazienti con più di 50 anni di età aumenta il rischio di sviluppo di Mild Cognitive Impairment (MCI), e che la presenza di depressione in un paziente con già MCI aumenta il rischio di sviluppare una demenza.

In conclusione, ad oggi non ci sono criteri diagnostici specifici per la depressione negli anziani, soprattutto quando in corso di deterioramento cognitivo. L’unico strumento di assessment standardizzato per anziani depressi è il Geriatric Depression Scale (GSD) che, tuttavia, non ha potere discriminante tra i sintomi depressivi e la demenza nella terza età. A fronte di ciò, si può dedurre che la prevalenza della depressione nella popolazione anziana possa essere sottostimata.

Bibliografia

  • Sergi, M. R., De Dominicis, M., & Saggino, A. (2022). Lo stato dell’arte della terapia cognitivo-comportamentale per la depressione negli anziani, Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, 28(1), 63-74.
  • https://www.istat.it/it/files/2021/07/Report-anziani-2019.pdf