Bullismo: cos’è e quali fattori protettivi

La vittima di bullismo viene esposta ripetutamente nel tempo alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più persone. Questi episodi portano a severe difficoltà psicologiche nella vittima tra cui ansia e depressione, abuso di sostanze, difficoltà scolastiche e ideazione suicidaria. Quali sono i fattori che contribuiscono a ridurre gli episodi di vittimizzazione?
Le identità di genere non binarie: un po’ di chiarezza

Le identità non binarie riguardano tutte quelle identità di genere che non ricadono nelle categorie tipicamente adottate della cultura occidentale che vede il genere rigidamente diviso tra due distinte polarità (uomo o donna). Le identità non-binary non sono un fenomeno nuovo, ma si possono trovare alcuni esempi nella storia e in culture differenti. Conoscerle è il primo passo verso la consapevolezza, il rispetto e l’inclusione.
All’origine dell’odio: le radici del pregiudizio e degli stereotipi

Stereotipi e pregiudizi fanno parte dell’essenziale necessità dell’uomo di semplificare le informazioni provenienti dall’ambiente attraverso la categorizzazione ma possono essere alimentati anche da processi e meccanismi psicosociali (es. l’influenza dei media, l’apprendimento sociale e le dinamiche esistenti tra i gruppi). Ciò non toglie che i pregiudizi, se radicati, possono creare delle realtà che se pur non vere possono diventare tali, portando a gravi conseguenze sia sulle singole persone che sui gruppi sociali.
Il ruolo della famiglia nella trasmissione dei valori

La famiglia ha come scopo primario la trasmissione di tutto ciò che è simbolico alle nuove generazioni e, più in generale, della cultura di appartenenza nella quale sono presenti anche le norme e le credenze. Questo processo è rilevante per qualsiasi individuo rispetto alla propria crescita personale e al porsi in relazione con l’altro.
Giorno della memoria: psicologia alla base della Shoah

Oggi, 27 gennaio 2020, ricorre il Giorno della Memoria che commemora un “male incomprensibile”, tant’è che Primo Levi sosteneva che conoscere l’olocausto sia necessario ma comprenderlo sia proprio impossibile. Eppure viene da chiedersi, com’è possibile che le persone si siano rese partecipi di questo genocidio? Com’è possibile che l’uomo possa arrivare a massacrare i propri simili senza provare rimorso o rendersi conto dei propri atti? Alcuni psicologi hanno condotti degli studi e avanzato delle ipotesi.