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Buonanotte! Come facilitare il sonno dei bambini (fino all’anno di età)

Una delle preoccupazioni più presenti nei genitori è il sonno dei loro bambini. Imparare a dormire è parte del processo che li porterà a diventare autonomi. Ecco alcuni pratici consigli per favorire il sonno dei bebè.

“Mia figlia si sveglia durante la notte, come posso aiutarla?”
“Mio figlio non dorme di notte, cosa posso fare?”

Una delle preoccupazioni più presenti nei genitori è il sonno dei loro bambini. Entrambi hanno bisogno di dormire ma le loro esigenze sono molto diverse. Il sonno per i neonati è essenziale per il loro sviluppo perchè pone le basi per l’apprendimento, per il ricordo e l’attenzione che verranno messe il giorno dopo. Imparare a dormire è parte anche del processo che li porterà a diventare autonomi. La realizzazione di ritmi di sonno regolari è tuttavia resa difficile dalle pressioni che vivono i genitori: richieste lavorative che interferiscono con i ritmi di sonno notturno dei figli, desiderio di passare del tempo insieme a loro, apprensione per il timore che possa succedere qualcosa e di non poter intervenire in tempo, imparare a convivere con un sonno non regolare come prima della loro nascita, idea di non riuscire ad avere tempo di intimità con il proprio partner…

Sebbene i primi mesi siano particolarmente duri e richiedano pazienza e speranza, ci sono alcuni accorgimenti che possono contribuire ad attraversare al meglio questa fase della vita e portare a un nuovo adattamento famigliare.

1. Come aiutare il bambino a calmarsi

I ritmi sonno-veglia del neonato sono plasmati dal suo temperamento che, al di là degli effetti del travaglio, del parto e degli eventuali farmaci assunti dalla mamma, può essere classificato in tranquillo, attivo e “a metà strada”.  I neonati con un temperamento tranquillo riescono a escludere gli elementi di disturbo provenienti dall’ambiente circostante e sono in grado di calmarsi da soli, magari portandosi la mano alla bocca, adattandosi più facilmente. È probabile infatti che i ritmi di sonno leggero e profondo, di veglia, di alimentazione e di riaddormentamento diventino più regolari in breve tempo e che entro le quattro settimane di vita i diversi stati si alternino ogni 3 o 4 ore, adattandosi così alla suddivisione tra giorno e notte dei genitori. Un bambino attivo invece potrebbe avere difficoltà nel prestare attenzione ed essere facilmente irritabile. Agitandosi facilmente potrebbe sentirsi scomodo nella sua posizione e non riuscire a portarsi la mano alla bocca per calmarsi da solo. Quando si sveglia e si agita può avere dei sussulti che scatenano il pianto e un’attività incontrollata che a sua volta dà il via a ulteriori sussulti e così via, creando un circolo vizioso di attività e pianto. In questo caso può essere utile:

  1. Fasciare il corpo del bambino con una coperta (wrapping); avvolgendolo e contenendolo si ricrea l’ambiente uterino dove ha vissuto per tutta la gravidanza. Se si rilassa, smette di piangere, corruga la fronte o si addormenta significa che si sta procedendo correttamente.
  2. Aiutarlo a trovare il pollice o il pugno insegnandogli a compiere il movimento oppure dargli un ciuccio da succhiare.
  3. Cullarlo e cantargli una ninna-nanna.
  4. Camminare tenendolo vicino al petto (le fasce porta bebè possono essere utili per non affaticare le braccia).
  5. Metterlo giù con calma continuando a cantare.
  6. Usare un suono continuo e bianco (es. vento, acqua che scorre…).
  7. Farlo dormire a pancia in su ma coricato leggermente su un fianco con una modesta inclinazione per ridurre i sussulti.

2. Rituale della buonanotte

Quando nelle settimane successive alla nascita il ritmo sonno diventa più prevedibile è bene cominciare a creare dei rituali per addormentarsi e che serviranno nel corso di tutta l’infanzia del bambino.

Per iniziare:

  1. Allattarlo al seno o con il biberon tenendolo con presenza tra le braccia.
  2. Cullarlo e cantargli una ninna-nanna.
  3. Calmarlo e poi metterlo nel suo lettino prima che sia addormentato; approfittate dello stato di dormiveglia così che impari pian piano ad addormentarsi da solo.
  4. Sedersi di fianco a lui canticchiando una ninna-nanna e accarezzandolo in modo che si tranquillizzi.
  5. Non lasciare mai il biberon del latte vicino al bambino per una questione di sicurezza (inalare latte nei polmoni e soffocare) e per prevenire il danneggiamento dei  futuri dentini.

A 4 mesi d’età è possibile assistere a una “regressione temporanea” (chiamata anche “scatto di crescita”) che si accompagna a nuove competenze da parte del bambino nell’usare il proprio corpo e la propria mente. Tale fase è appunto temporanea, non dura più di una o due settimane, a meno che il comportamento dei genitori non la incentivi favorendone il protrarsi. In tal caso si suggerisce di:

  1. Leggergli un libricino semplice, indicandogli le figure.
  2. Giocare in maniera affettuosa con coccole e carezze per iniziare a rilassarlo.
  3. Dargli da mangiare e tenerlo in braccio dondolando.
  4. Metterlo a letto in uno stato di dormiveglia a pancia in su.
  5. Quando il sonno diventa profondo, uscire fuori dalla stanza senza far rumore e godersi la pace!

È bene che i genitori facciano a turno.

Se hai difficoltà nella gestione dei ritmi sonno-veglia del tuo bebè, rivolgiti subito a un professionista!

Bibliografia

  • Brazelton, T. B., & Sparrow, J. D. (2003). Il tuo bambino e… il sonno. Una guida autorevole per aiutare vostro figlio a dormire. Milano: Raffaello Cortina.