“Mia figlia si sveglia durante la notte, come posso aiutarla?”“Mio figlio non dorme di notte, cosa posso fare?”
Una delle preoccupazioni più presenti nei genitori è il sonno dei loro bambini. Entrambi hanno bisogno di dormire ma le loro esigenze sono molto diverse. Il sonno per i neonati è essenziale per il loro sviluppo perchè pone le basi per l’apprendimento, per il ricordo e l’attenzione che verranno messe il giorno dopo. Imparare a dormire è parte anche del processo che li porterà a diventare autonomi. La realizzazione di ritmi di sonno regolari è tuttavia resa difficile dalle pressioni che vivono i genitori: richieste lavorative che interferiscono con i ritmi di sonno notturno dei figli, desiderio di passare del tempo insieme a loro, apprensione per il timore che possa succedere qualcosa e di non poter intervenire in tempo, imparare a convivere con un sonno non regolare come prima della loro nascita, idea di non riuscire ad avere tempo di intimità con il proprio partner…
Sebbene i primi mesi siano particolarmente duri e richiedano pazienza e speranza, ci sono alcuni accorgimenti che possono contribuire ad attraversare al meglio questa fase della vita e portare a un nuovo adattamento famigliare.
1. Come aiutare il bambino a calmarsi
I ritmi sonno-veglia del neonato sono plasmati dal suo temperamento che, al di là degli effetti del travaglio, del parto e degli eventuali farmaci assunti dalla mamma, può essere classificato in tranquillo, attivo e “a metà strada”. I neonati con un temperamento tranquillo riescono a escludere gli elementi di disturbo provenienti dall’ambiente circostante e sono in grado di calmarsi da soli, magari portandosi la mano alla bocca, adattandosi più facilmente. È probabile infatti che i ritmi di sonno leggero e profondo, di veglia, di alimentazione e di riaddormentamento diventino più regolari in breve tempo e che entro le quattro settimane di vita i diversi stati si alternino ogni 3 o 4 ore, adattandosi così alla suddivisione tra giorno e notte dei genitori. Un bambino attivo invece potrebbe avere difficoltà nel prestare attenzione ed essere facilmente irritabile. Agitandosi facilmente potrebbe sentirsi scomodo nella sua posizione e non riuscire a portarsi la mano alla bocca per calmarsi da solo. Quando si sveglia e si agita può avere dei sussulti che scatenano il pianto e un’attività incontrollata che a sua volta dà il via a ulteriori sussulti e così via, creando un circolo vizioso di attività e pianto. In questo caso può essere utile:
- Fasciare il corpo del bambino con una coperta (wrapping); avvolgendolo e contenendolo si ricrea l’ambiente uterino dove ha vissuto per tutta la gravidanza. Se si rilassa, smette di piangere, corruga la fronte o si addormenta significa che si sta procedendo correttamente.
- Aiutarlo a trovare il pollice o il pugno insegnandogli a compiere il movimento oppure dargli un ciuccio da succhiare.
- Cullarlo e cantargli una ninna-nanna.
- Camminare tenendolo vicino al petto (le fasce porta bebè possono essere utili per non affaticare le braccia).
- Metterlo giù con calma continuando a cantare.
- Usare un suono continuo e bianco (es. vento, acqua che scorre…).
- Farlo dormire a pancia in su ma coricato leggermente su un fianco con una modesta inclinazione per ridurre i sussulti.
2. Rituale della buonanotte
Quando nelle settimane successive alla nascita il ritmo sonno diventa più prevedibile è bene cominciare a creare dei rituali per addormentarsi e che serviranno nel corso di tutta l’infanzia del bambino.
Per iniziare:
- Allattarlo al seno o con il biberon tenendolo con presenza tra le braccia.
- Cullarlo e cantargli una ninna-nanna.
- Calmarlo e poi metterlo nel suo lettino prima che sia addormentato; approfittate dello stato di dormiveglia così che impari pian piano ad addormentarsi da solo.
- Sedersi di fianco a lui canticchiando una ninna-nanna e accarezzandolo in modo che si tranquillizzi.
- Non lasciare mai il biberon del latte vicino al bambino per una questione di sicurezza (inalare latte nei polmoni e soffocare) e per prevenire il danneggiamento dei futuri dentini.
A 4 mesi d’età è possibile assistere a una “regressione temporanea” (chiamata anche “scatto di crescita”) che si accompagna a nuove competenze da parte del bambino nell’usare il proprio corpo e la propria mente. Tale fase è appunto temporanea, non dura più di una o due settimane, a meno che il comportamento dei genitori non la incentivi favorendone il protrarsi. In tal caso si suggerisce di:
- Leggergli un libricino semplice, indicandogli le figure.
- Giocare in maniera affettuosa con coccole e carezze per iniziare a rilassarlo.
- Dargli da mangiare e tenerlo in braccio dondolando.
- Metterlo a letto in uno stato di dormiveglia a pancia in su.
- Quando il sonno diventa profondo, uscire fuori dalla stanza senza far rumore e godersi la pace!
È bene che i genitori facciano a turno.
Se hai difficoltà nella gestione dei ritmi sonno-veglia del tuo bebè, rivolgiti subito a un professionista!