L’adolescenza è un periodo della vita connotato di per sé da una profonda vulnerabilità a quelli che sono i disturbi dell’adattamento. Tali disagi possono esacerbare in presenza di stressor ambientali, soprattutto quando questi ultimi vengono percepiti come di natura collettiva e ai quali risulta difficile sfuggire.
La letteratura scientifica ha evidenziato come gli adolescenti nel periodo pandemico – specialmente nel corso del lockdown – siano stati esposti al rischio di sviluppare sintomi ansioso-depressivi, difficoltà relazionali e della condotta, problemi emotivi e di dipendenza tecnologica. A tal riguardo, il Gruppo di Lavoro per i Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia (OPL) ha realizzato un progetto orientato ad indagare le aree di potenziale malessere tra gli adolescenti, correlate alla pandemia da COVID-19. In questa ricerca sono stati coinvolti gli studenti appartenenti alle classi dalla III alla IV di tre Istituti (scuole secondarie di secondo grado) di Milano e provincia: il Liceo Carlo Tenca di Milano; l’Istituto Rizzoli per l’insegnamento delle arti grafiche di Milano e l’Istituto di istruzione Superiore Enrico De Nicola di Sesto San Giovanni.
Attraverso la survey sono stati raccolti alcuni dati importanti rispetto come il periodo pandemico abbia inciso sulle relazioni sociali tra i ragazzi, sull’uso delle nuove tecnologie e l’incontro con contenuti disturbanti online ed, infine, sullo stress percepito.
Abitudini di utilizzo dei media
Una parte del questionario ha indagato la modalità e la percezione dell’utilizzo di Internet:
- più del 70% dei giovani ha affermato di aver aumentato l’uso della rete durante il lockdown;
- mentre poco più del 40% di loro dichiara che l’utilizzo è rimasto lo stesso anche dopo il lockdown, resta minima la differenza tra coloro che affermano di averlo incrementato e coloro che, al contrario, lo hanno diminuito;
- attualmente poco più del 50% dei ragazzi afferma che l’utilizzo della rete è rimasto invariato, mentre circa il 30% lo ha ridotto.
In particolare, le ore spese su Internet settimanalmente sono 39.70 e ben il 62% di loro dichiara di essere venuto in contatto con contenuti disturbanti. Rispetto questi ultimi, 3 ragazzi su 10 non ne parlano con nessuno. Dato, questo, che dovrebbe essere oggetto di attenta riflessione da parte di tutti gli adulti (genitori, insegnanti, educatori…) che si interfacciano con gli adolescenti.
Tali risultati manifestano un generalizzato aumento dell’uso di Internet e delle nuove tecnologie, non necessariamente legato alla didattica a distanza.
Dipendenza dai videogame
È stato anche chiesto ai giovani partecipanti di pensare alle proprie abitudini di gioco ed è emerso che:
- l’11% di loro ha una chiara tendenza all’utilizzo patologico dei videogame;
- il 22% di loro si trova in una condizione di pre-dipendenza.
In particolare, le ore di attività videoludica giornaliera si distribuisce così: 2.12 nei giorni scolastici e 2.44 nei weekend.
Questi dati rilevano un potenziale rischio assuefattivo dei videogiochi.
Relazioni con coetanei e adulti
Alcune domande della survey hanno indagato i rapporti dei partecipanti con i propri coetanei e con gli adulti, e la percezione di cambiamento di questi ultimi dallo scoppio della pandemia ad oggi. Di seguito i grafici a torta tratti dal dossier:

Si può pertanto cogliere la buona “tenuta” delle relazioni, soprattutto con i genitori, e un miglioramento delle relazioni con gli amici.
Stress percepito
Sono state infine proposte alcune frasi relative a cose o situazioni che i giovani avrebbero potuto trovare stressanti, così da valutare l’impatto di ciascuna di queste nel corso dell’ultimo anno.

Il precedente istogramma chiarisce come la maggior fonte di stress sia l’incertezza per il futuro.
All’interno di questo studio, ciò che spicca è anche la resilienza e la capacità di rifiorire dei ragazzi. Nelle loro parole si coglie il desiderio di riprendere in mano la propria libertà e di tornare a vivere una quotidianità “in presenza” fatta di condivisione.